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Progetto Re-Up 23
I disturbi delle demenze vascolari sono variabili in relazione alla sede e
all’estensione delle lesioni a carico del tessuto cerebrale; si possono infatti avere
singoli infarti in aree funzionalmente strategiche per lo svolgimento delle attività
cognitive, infarti multipli in molte zone del cervello, oppure un ridotto afflusso di
sangue a tutto il tessuto cerebrale.
L’inizio della demenza vascolare può essere relativamente improvviso, poiché
possono verificarsi molti infarti prima che appaiano dei sintomi tipici della
demenza; più che “acuto”, l’inizio della demenza vascolare è frequentemente
subacuto.
Qualche volta è possibile stabilirne il periodo di insorgenza. Il decorso ha un
andamento progressivo “a gradini”, poiché i singoli peggioramenti sono dovuti a
nuovi eventi ischemici, sebbene a volte queste evoluzioni siano poco evidenti e il
declino cognitivo-funzionale possa risultare graduale.
I sintomi cognitivi che si possono manifestare sono:
amnesie: compromissione per lo più della memoria recente e
dell’acquisizione di nuove informazioni;
anomie: incapacità a denominare gli oggetti, pur riconoscendone la
funzione;
afasia: disturbo del linguaggio, con compromissione della comprensione e
della produzione di frasi;
aprassia: incapacità a compiere e ripetere movimenti su comando, pur in
assenza di disturbi del movimento e della coordinazione (le stesse azioni
sono normalmente svolte in modo automatico);
agnosia: difficoltà al riconoscimento di stimoli visivi e tattili;
neglect o eminattenzione: mancanza di attenzione verso stimoli
provenienti da una porzione dello spazio corporeo o extracorporeo (ad
esempio una persona con tali disturbi verso stimoli visivi può mangiare
solo il cibo che è presente nella parte destra o sinistra del piatto, in
quanto ignora l’altra metà del piatto).
A questi si possono variamente associare:
disturbi della marcia: cammino a piccoli passi strisciati o con i piedi
distanziati tra loro, rallentamento motorio, instabilità posturale, deficit di
forza di un arto, presenti in modo più frequente e precoce rispetto alla
malattia di Alzheimer;
disturbi della continenza urinaria;
rallentamento psicomotorio non solo nelle performances cognitive ma
anche nella parola e nel movimento (bradifenia);