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Progetto Re-Up 19
preclinica, di durata non nota, in cui le alterazioni neuropatologiche non si
accompagnano a manifestazioni sintomatologiche evidenti. È qui che la ricerca si
sta oggi impegnando per trovare marcatori biologici e clinici precoci che
permetterebbero un trattamento della malattia quando ancora non sono
comparsi i sintomi. I sintomi iniziali dell’Alzheimer sono spesso attribuiti
all’invecchiamento, allo stress, oppure a depressione. Più frequentemente l’inizio
della malattia di Alzheimer si manifesta con modificazioni del carattere, riduzione
d’interesse verso le attività giornaliere o il proprio lavoro, ripetitività,
dimenticanze sempre più frequenti. Talvolta l’inizio della malattia è
contrassegnato dalla sospettosità nei confronti di altre persone, accusate di
sottrarre oggetti o cose che il malato non sa trovare. Altre volte ancora la malattia
può iniziare in seguito ad un trauma automobilistico, oppure manifestarsi durante
un ricovero ospedaliero o nei giorni che seguono un intervento chirurgico. Le
caratteristiche fondamentali della malattia di Alzheimer sono l’esordio insidioso e
la progressione graduale dei sintomi: capita che frequentemente passi oltre un
anno prima che la persona sia inviata dal medico per gli approfondimenti
necessari. Spesso i familiari tendono ad attribuire ad un evento (un trauma o un
intervento chirurgico) la causa della malattia. In realtà queste evenienze
costituiscono, nel caso della malattia di Alzheimer, eventi stressanti che rendono
evidente e manifesta una malattia cerebrale già presente. Nella grande
maggioranza dei casi, solo a distanza di 1-2 anni dall’esordio della malattia, il
disturbo della memoria è tale che i familiari ricorrono all’aiuto di uno specialista. Il
disturbo della memoria costituisce il sintomo principale della malattia ed è il
primo a manifestarsi rispetto ad altri che coinvolgono il linguaggio o la capacità di
ragionamento. È necessario un approfondimento quando si ha di fronte una lieve
perdita della capacità di ricordare avvenimenti o fatti recenti, che progredisce
gradualmente e alla quale si associano alterazioni della personalità e deficit delle
altre funzioni cognitive. In alcuni casi la malattia si manifesta con una difficoltà
nella denominazione degli oggetti oppure con un impoverimento del linguaggio e
il ricorso a frasi stereotipate (utilizzo di brevi frasi fatte e tendenza a ripetere,
senza consapevolezza, le ultime parole o i suoni uditi). Il pensiero astratto e la
capacità di eseguire ragionamenti risultano impoveriti. La capacità di giudizio è
diminuita spesso precocemente, cosicché il paziente manifesta un ridotto
rendimento lavorativo e può essere incapace di affrontare e risolvere problemi
anche semplici relativi ai rapporti interpersonali o familiari. Il deterioramento
della capacità di giudizio determina grande preoccupazione tra i familiari e i
colleghi di lavoro. Spesso compare apatia; il paziente perde interesse per
l’ambiente e per gli altri, richiudendosi in se stesso. I caratteri pre-morbosi della
personalità (cioè i tratti caratteriali precedenti la malattia) sono spesso esagerati:
compaiono atteggiamenti ossessivi, aggressività, sospettosità; in altri casi, invece,