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20 Progetto Re-Up
vi è un cambiamento della personalità, per cui soggetti solitamente controllati e
misurati diventano impulsivi, intrattabili e talvolta anche violenti. Altre volte il
sintomo che si associa al disturbo di memoria può essere rappresentato dalla
difficoltà nella guida dell’automobile: un paziente aveva danneggiato una fiancata
della propria auto poiché nella manovra per collocarla in garage non riusciva a
prendere correttamente le misure. Questo sintomo è dovuto alla difficoltà che i
pazienti con malattia di Alzheimer manifestano nel collocare gli oggetti nello
spazio e nell’avere una visione unitaria di ciò che li circonda. Un altro paziente, in
passato provetto meccanico per hobby, non era stato in grado di aggiustare la
gomma forata della bicicletta, segno di una progressiva incapacità a svolgere
compiti che per lui erano familiari. Questa fase della malattia è più facilmente
evidenziata nei giovani o in chi svolge ancora attività lavorative. Può invece
sfuggire in pazienti anziani o che non svolgono compiti impegnativi da un punto di
vista intellettivo. In questa fase il paziente può essere ignaro e inconsapevole dei
propri disturbi; sono i familiari che notano per primi un comportamento “strano”,
mentre il malato può sentirsi inadeguato, non più all’altezza della situazione,
dovendo dipendere da altri nell’esecuzione di compiti e di attività inconsuete. Da
ciò deriva un tono dell’umore depresso (si ricorda che la depressione si
accompagna frequentemente alla perdita di memoria). Talvolta, accanto alla
depressione, possono comparire manifestazioni di rifiuto, opposizione, agitazione,
paura, sospettosità, sentimenti di abbandono. Queste manifestazioni,
comunemente definite sintomi non cognitivi o sintomi psico-comportamentali,
che compaiono frequentemente nelle varie fasi della malattia, sono classificati in
gruppi denominati “clusters” che richiedono approcci (anche di tipo
farmacologico) diversi:
alterazioni del tono dell’umore (depressione, euforia)
manifestazioni di tipo psicotico (deliri, allucinazioni)
sintomi positivi (aggressività, agitazione, ansia, irritabilità);
disturbi neurovegetativi (del sonno, dell’alimentazione e dell’attività
sessuale).
Questi disturbi si manifestano nel 90% dei pazienti e sono parte integrante della
demenza di Alzheimer; la frequenza, il momento di esordio e la gravità sono
variabili da individuo a individuo e nelle diverse fasi di malattia, a differenza dei
deficit cognitivi, che, invece, hanno una comparsa e una progressione più lineari.
Nella Tabella seguente sono elencate alcune caratteristiche per il riconoscimento
e la definizione dei disturbi comportamentali associati alla demenza.